L’universo, con la sua vastità, continua a nascondere enigmi che sfidano la nostra comprensione. Attraverso le stelle, è possibile studiare le origini del cosmo e gli eventi che hanno plasmato le galassie.
Ogni scoperta diventa una finestra su un passato remoto, dove il tempo e lo spazio si intrecciano. Le stelle hanno sempre avuto un fascino incredibile (e a ragion veduta vista la loro bellezza e ricchezza).
La capacità di osservare stelle lontane ci consente di investigare epoche primordiali, rivelando dettagli sulla formazione degli elementi e sull’evoluzione dell’universo. Ogni nuova analisi porta con sé sfide e sorprese inaspettate.
Le stelle più antiche, come fossili cosmici, raccontano le prime fasi dell’universo, quando la materia iniziava a prendere forma. Capire queste tracce significa decifrare i capitoli iniziali della storia cosmica, confrontandoci con domande fondamentali sull’origine di tutto ciò che ci circonda.
Eppure, una recente scoperta ha messo in discussione persino le nostre stime più consolidate sull’età dell’universo stesso.
Una stella fuori dal tempo
La stella HD 140283, soprannominata Methuselah, rappresenta un enigma scientifico. Con un’età stimata inizialmente a 16 miliardi di anni, sembrava più antica dell’universo, un risultato apparentemente impossibile. Studi approfonditi, basati su misurazioni più accurate e modelli avanzati, hanno corretto la sua età a circa 14,46 miliardi di anni, compatibile con l’età dell’universo (13,8 miliardi di anni) ma comunque ai limiti superiori delle stime.
Methuselah, situata a circa 190 anni luce di distanza, è una stella povera di metalli, il che la rende un residuo delle prime generazioni stellari. Questo dettaglio conferma la sua origine remota e ne fa una delle stelle più preziose per lo studio del cosmo primordiale.

Cosa ci dice sul passato dell’universo
La composizione chimica e l’età di Methuselah offrono indizi fondamentali sul periodo immediatamente successivo al Big Bang. In quell’epoca, l’universo conteneva quasi esclusivamente idrogeno ed elio, e le prime stelle si formarono da questa materia primordiale. Methuselah appartiene a quella generazione o poco successiva, caratterizzata da una scarsità di elementi pesanti prodotti da cicli stellari precedenti.
Le osservazioni su Methuselah hanno implicazioni dirette sui modelli cosmologici. Analizzando la sua luminosità, il contenuto chimico e il moto attraverso la galassia, gli scienziati hanno potuto perfezionare le tecniche per calcolare l’età delle stelle e, indirettamente, affinare le stime sull’evoluzione dell’universo stesso. Inoltre, studi di questo tipo aiutano a colmare lacune nei modelli teorici, ad esempio migliorando la comprensione delle prime popolazioni stellari e dei processi che hanno portato alla formazione delle galassie moderne. Methuselah rappresenta, quindi, non solo una curiosità scientifica ma anche una pietra miliare per la cosmologia.