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Codice Voynich, il manoscritto più strano al mondo: di cosa si tratta?

Tra gli antichi manoscritti troviamo anche il Codice Voynich. Questo è uno dei più strani al mondo, ma cosa si tratta davvero: tutta la verità.

La scrittura, uno dei pilastri della civiltà umana, ha consentito la trasmissione di messaggi complessi per millenni. Accanto ai testi tradizionali, sono nati anche codici segreti, utilizzati per preservare informazioni riservate su religione, politica o strategia militare. Nel corso della storia, quasi ogni civiltà, dai sumeri ai romani, ha adottato questi sistemi, spesso decifrati con il progresso della crittografia. Tuttavia, un manoscritto sfugge ancora oggi a ogni tentativo di interpretazione: il misterioso Codice Voynich.

Questo enigma, conservato nella Beinecke Rare Book & Manuscript Library dell’Università di Yale, è considerato il manoscritto più strano mai esistito. Realizzato su pergamena di capretto nel XV secolo, il testo presenta caratteristiche uniche: circa 240 pagine ricche di illustrazioni, 37.919 parole e 25 simboli distinti. Privo di autore, titolo o struttura capitolare, è stato datato tra il 1404 e il 1434 grazie all’analisi al carbonio 14. Nonostante la grafia umanistica tipica dell’Europa occidentale dell’epoca, il suo contenuto rimane indecifrabile.

La storia documentata del Voynich inizia nel 1580, quando l’imperatore Rodolfo II d’Asburgo lo acquistò da due enigmatici inglesi: John Dee, famoso per i suoi esperimenti esoterici, ed Edward Kelley, noto falsario. Successivamente, il manoscritto passò di mano in mano, attraversando i secoli fino ad approdare nel 1912 nelle mani del mercante d’arte Wilfrid Voynich, dal quale prese il nome. Dopo altri passaggi di proprietà, venne donato nel 1969 all’Università di Yale, dove è oggi custodito.

Le illustrazioni del manoscritto lasciano intravedere riferimenti simbolici legati all’alchimia, alla botanica e all’astronomia. Tuttavia, nessuna delle ipotesi formulate è riuscita a rivelarne il significato. Gli studiosi hanno persino suggerito che il testo possa contenere una lingua sconosciuta o un sistema crittografico così complesso da essere inaccessibile anche alle tecnologie moderne.

Codice Voynich, tentativi falliti e teorie intriganti: gli studi 

Dal XVI secolo, studiosi di ogni epoca hanno tentato di decifrare il Voynich, tra cui l’alchimista Jacobus Horcicky de Tepenecz e il gesuita Athanasius Kircher. Anche nel XX secolo, esperti di crittografia e linguisti hanno analizzato il manoscritto utilizzando metodi tradizionali e strumenti avanzati, senza ottenere risultati concreti. Alcuni ritengono che il testo sia scritto in un linguaggio artificiale, ribattezzato “voynichese”.

Non mancano ipotesi bizzarre: c’è chi lo attribuisce a Ruggero Bacone, monaco del XIII secolo, o addirittura a Leonardo da Vinci per l’evidente fluidità della scrittura e per alcuni dettagli rinascimentali. Altri sostengono che il manoscritto sia un elaborato scherzo di John Dee e Edward Kelley, creato per ingannare Rodolfo II.

Linguaggio segreto o falsa promessa? Cosa sapere su questo strano codice

Secondo il portale storicang.it l’idea che il Voynich possa essere un complesso codice cifrato è contrastata dalla possibilità che si tratti di un elaborato artificio. Secondo il professore Gordon Rugg, l’intero manoscritto potrebbe essere una truffa, concepita per ingannare e arricchire i suoi creatori. Tuttavia, l’origine confermata al XV secolo contrasta con questa teoria, alimentando ulteriormente il mistero.

Il manoscritto presenta caratteristiche linguistiche sorprendenti. Pur rispettando alcune regole statistiche delle lingue conosciute, come la legge di Zipf, la ripetizione eccessiva di certe parole e la mancanza di punteggiatura sfidano ogni analisi convenzionale.