Sono tantissimi i serial killer in tutto il mondo e molto spesso, alcuni di loro risultano introvabili. E se, il serial killer che tanto viene ricercato, fosse proprio sotto il naso degli agenti di polizia che si occupano del caso? E se…fosse loro amico? Questo è il caso del serial killer Ed Kemper che, per una bizzarra coincidenza, frequentava lo stesso bar dei poliziotti che investigavano sul suo caso. Ma vediamo di scoprire insime chi è Ed Kemper.

Chi è Edmund Kemper?
Ed Kemper nasce il 18 dicembre del 1948. La sua infanzia non si dimostra essere facile. La madre lo colpevolizza, credendolo la causa di tutti i suoi problemi, e i suoi coetanei lo ignorano e lo escludono. A 10 anni, la madre fa dormire Ed nel seminterrato per paura che potesse fare del male alla sorella. In quello stesso anno, i genitori divorziano, perdendo la figura paterna a cui era molto legato. Questi inizia a mostrare la sua instabilità mentale e la sua propensione verso gli omicidi. Comincia infatti a coltivare strane abitudini come, ad esempio, quella di uccidere e sezionare animali e di inscenare l’omicidio della madre. Mostra, inoltre, segni di necrofilia.
Primo omicidio
A 15 anni, la madre, stanca del figlio, decide di affidare Edmund al padre ma questi, che ormai si era rifatto una vita, lascia il ragazzo ai nonni. Il 27 agosto del 1964, il giovane Kemper esegue i suoi primi due omicidi. Le sue vittime? Proprio i suoi nonni. Infatti, spara alla nonna, uccisione che motivò affermando che voleva vedere come ci si sentiva e, subito dopo, spara al nonno per, a detta sua, evitare che vedesse ciò che aveva fatto. Pentito delle sue azioni, chiama immediatamente la madre che lo convince a rivolgersi alla polizia.
Dopo tale accaduto, Ed Kemper viene internato in un Ospedale Psichiatrico Criminale dove, non solo diviene amico del suo psicologo ma, addirittura, suo assistente. Lì esegue alcuni test dove si viene a scoprire che il suo quoziente intellettivo era molto alto, risulta infatti essere pari a 145. Tuttavia, presenta problemi psichici quali la schizofrenia paranoide. 5 anni dopo, nel 1969, Kemper viene rilasciato e riaffidato alla madre. Il 29 novembre 1972 dimostra ai suoi psichiatri di essersi definitivamente riabilitato, favorendo in questo modo la cancellazione dei suoi precedenti.
Edmund Kemper inizia a provare un forte desiderio nel diventare poliziotto, tuttavia, a causa delle sue dimensioni (alto 2,06m e con peso pari a 136 kg), viene rifiutato. La sua statura porta la gente a chiamarlo “Big Ed”, definito delle volte anche come il gigante buono. Nel frattempo, Ed instaura un ottimo rapporto con gli agenti di polizia creando un vero e proprio rapporto di amicizia, nonostante il rifiuto di unirsi alle forse dell’ordine.

Il gigante buono diventa un serial killer
Ed inizia a lavorare presso il settore delle autostrade. É in quel momento che comincia a notare la quantità di ragazze autostoppiste. La madre, intanto, continua a mortificare il figlio, affermando che nessuna ragazza si sarebbe abbassata ad uscire con lui. Questa è la goccia che fa traboccare il vaso e “Big Ed” inizia pian piano a coltivare fantasie omicide che decide successivamente di mettere in pratica.
Inizialmente, Ed da passaggio alle autostoppiste per poi lasciarle andare ma, il 7 maggio del ’72, prende le sue prime due vittime: Mary Ann Pesce e Anita Luchessa. Queste, due studentesse diciottenni, fecero l’autostop per raggiungere la Berkeley University. Ed Kemper si offre disponibile per dare loro passaggio ma all’università non metteranno mai piede. Porta infatti le giovani ragazze in una zona di campagna in cui strangola entrambe. Nonostante le due siano morte, Kemper continua a infierire sui loro corpi, accoltellandole con un grosso coltello da cucina, comprato appositamente per l’occasione. Una volta terminato, porta i corpi a casa della madre, li sistema nella sua stanza e scatta delle foto pornografiche delle ragazze. Dopodiché, fa a pezzi i corpi delle due giovani e, prima di gettare i resti vicino alle montagne, utilizza la testa mozzata di entrambe per praticare del sesso orale.
La furia omicida di Ed Kemper
Il 14 settembre del 1972, Ed Kemper offre passaggio alla quindicenne Aiko Koo, che fece l’autostop per poter andare al corso di ballo. Anche lei seguì la stessa sorte di Pesce e Luchessa. Venne infatti soffocata e, ormai morta, la porta nella sua stanza dove la violenta e la disseziona.
Il 7 dicembre del 1973 è la volta della diciannovenne Cindy Schall. Stavolta la vittima viene sparata. Come sempre, Ed porta il corpo nella sua stanza e lo smembra. Inoltre, rimuove il proiettile dal cranio della ragazza, per poi seppellire la testa nel giardino con il viso rivolto verso la stanza della madre.
Dopo un’accesa discussione con la madre, Ed Kemper esce di casa in cerca di nuove possibili vittime. Tuttavia, dato che si parla di un sospetto serial killer di autostoppisti, viene consigliato ai ragazzi di salire in macchine contrassegnate da adesivi universitari. Kemper riesce comunque a procurarsi gli adesivi in quanto la madre lavora presso l’Università della California. Incontra così la ventitreenne Rosalind Heather Thorpe e la ventenne Alice Helen “Allison” Liu. Anche a queste due giovani ragazze è riservata la stessa sorte delle precedenti.
Gli ultimi omicidi e l’arresto
Nell’aprile del 1973, Ed compie i suoi ultimi due omicidi. Il giorno del Venerdì Santo, Kemper si reca dalla madre, tuttavia l’ennesima discussione con questa fa scattare l’ira di Ed ma stavolta decide di prendersela con la diretta interessata piuttosto che andare a cercare vittime lungo la strada. Quando la madre si addormenta, Ed Kemper la colpisce alla testa con un martello. Successivamente la decapita e ne violenta il corpo. La sua testa viene messa sopra la mensola del caminetto e utilizzato come bersaglio per le freccette. Infine, ne strappa le corde vocali e le getta nel tritarifiuti.
Nonostante uccide colei che reputa colpevole di tale istinto omicida, Kemper non si sente ancora in grado di fermarsi e decide di uccidere un’ultima volta. Invita così a cena Sally Hallet, la migliore amica della madre. Una volta che questa varca la soglia di casa, Ed la strangola e inizia un viaggio verso est pensando fosse cominciata la caccia all’uomo. Tuttavia, non vi sono notizie su ritrovamenti di cadaveri e, di conseguenza, Ed Kemper decide di costituirsi.

I suoi amici, gli agenti di polizia, sono increduli nel sapere che “Big Ed”, il gigante buono, in realtà è uno spietato serial killer. Di sapere che la persona che stavano cercando in realtà era proprio sotto il loro occhi. Devono però ricredersi dopo aver sentito la confessione di Ed Kemper il quale, non solo si dichiara colpevole di omicidio, ma afferma di aver compiuto anche atti di cannibalismo su almeno una delle sue vittime.
Kemper viene arrestato, dichiarato colpevole di 8 omicidi e condannato all’ergastolo. Ed Kemper chiede invece la pena di morta, richiedendo la morte per tortura. Durante la sua prigionia, vengono fatti diversi test per scoprire se soffrisse di qualche problema psichico. Risulta infatti che il serial killer soffre di Disturbo Borderline di Personalità. Lui stesso afferma che dentro di se sente una voce che gli dice di uccide. Ancora oggi è detenuto nella California State Prison in cui pare essere un prigioniere modello.
Ed Kemper in documentari e serie tv
Durante la prigionia, Kemper partecipa a varie interviste e ad alcuni documentari. Ed diventa fondamentale per la polizia in quanto le sue interviste contribuiscono a comprendere la mente dei killer. Big Ed decide di accettare le interviste in quanto le reputa un modo per salvare altre persone come lui dall’uccidere. Alla fine di un documentario intitolato Murder: No Apparent Motive afferma infatti che chiunque senta il desiderio di uccidere deve trovare il coraggio di andare e parlarne con qualcuno, in modo da salvarsi prima di commettere l’errore.

La figura di Ed Kemper ispira il cinema. Infatti possiamo vedere come ne il silenzio degli innocenti, Bill, come Kemper, spara mortalmente ai suoi nonni. In American Psycho troviamo una citazione di Kemper affibbiata erroneamente a Ed Gein. Nel 2008 viene invece rilasciato un film basato, anche se in modo vago, sugli omicidi di Ed Kemper, intitolato Kemper: The CoEd Killer. Infine, nel 2017 esce la prima stagione di Mindhunter, una serie televisiva Netflix, in cui troviamo il serial killer, interpretato da Cameron Britton.