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Il veleno d’api contro il cancro al seno: rimedio naturale contro il tumore

Nonostante la maggior parte di noi abbia sperimentato dolorosi incontri con il pungiglione di un’ape, il liquido da loro emesso al momento del contatto con la nostra pelle risulta essere più di un semplice veleno. Infatti, secondo uno studio, il veleno d’api è una possibile soluzione contro il cancro.

Il veleno d’api è composto da 78 diverse componenti, tra cui alcuni sono in maggior quantità.

  • La melittina – componente principale. Risulta avere proprietà stimolanti sul cuore, abbassa la pressione sanguigna ed è un potente antiinfiammatorio.
  • L’apamina – antiinfiammatorio e stimolante del sistema nervoso. Importante componente della cura contro della sclerosi multipla.
  • Il proteasi-inibitori – antiinfiammatorio. Provoca l’arresto del flusso sanguigno.
  • L’adolapina – antipiretico, ossia riduce la temperatura corporea durante gli stati febbrili, e analgesico.
  • L’istaminavasodilatatore. Coinvolta nel meccanismo di risposta allergica.
  • La fosflolipasi A2 – È un enzima che riesce a degradare i fosfolipidi di cui son composte le membrane cellulari. Provoca la riduzione della pressione sanguigna e inibisce la coagulazione del sangue.
  • La ialuronidasi – Dilata i capillari. Ciò è la causa dell’allargamento dell’infiammazione.
  • La dopamina – agevola la funzione di neurotrasmissione e provoca l’aumento della frequenza cardiaca.

Insomma, il veleno d’api è costituito da una molteplicità di sostanze ad elevata attività farmacologica e biochimica che possono essere utilizzate per curare una grande varietà di malattie. Vediamo insieme in che modo il veleno d’api agisce sulle cellule tumorali.

veleno d'api contro il cancro
Credits: Pixabay

Studio sul veleno d’api contro il cancro

Lo studio si è concentrato su alcuni sottotipi di cancro al seno aggressivi e difficili da trattare: triplo negativo (TNBC) e recettore del fattore di crescita epidermico umano 2 (HER2) arricchito. La melittina, presente nel veleno d’ape, sopprime l’attivazione sia della molecola EGFR (prodotta dal TNBC) e sia dell’HER2. Si è scoperto che, in soli 60 minuti la melittina induce l’apoptosi (morte cellulare) nelle cellule tumorali con un danno minimo per le altre cellule. Inoltre, è stato evidenziato che entro i 20 minuti è in grado di interrompe le vie di trasmissione che trasportano i messaggi chimici, responsabili della crescita tumorale e della divisione cellulare.

“Abbiamo scoperto che la melittina può essere utilizzata con piccole molecole o chemioterapici, come il docetaxel, per trattare tipi altamente aggressivi di cancro al seno” ha detto Ciara Duffy, una PhD di 25 anni che ha condotto lo studio. Difatti, Duffy è il suo team hanno testato l’azione della melittina in associazione a farmaci chemioterapici nei topi. “La combinazione di melittina e docetaxel è stata estremamente efficiente nel ridurre la crescita del tumore nei topi”. In conclusione, possiamo affermare che il veleno d’api sarà la futura cura contro il cancro se lo studio continua a portare dati positivi.

veleno d'api contro il cancro
Credits: Terra Nuova

É dal 1950 che gli scienziato sperimentano l’utilizzo del veleno d’api come antidoto contro il cancro. Nonostante ciò, solo negli ultimi 20 anni, la scienza ha dedicato significative quantità di tempo, energia e denaro alla ricerca sulle api e su potenziali applicazioni mediche del veleno. Quest’arma usata dalle api come autodifesa, risulta essere un altro incredibile esempio di sostanze chimiche presenti in natura che potrebbero rivelarsi utili per salvare vite umane. Ma ultimamente è in corso una vera e propria strage definita dagli esperti “sindrome di spopolamento degli alveari”. Ciò a causa di noi umani che ogni giorno continuiamo a mettere in pericolo le diverse specie animali. Proteggiamo la specie, non solo per salvare vite, ma per salvare il mondo intero.