Economia

Dormire in pubblico: in Giappone è una consuetudine sociale

La concezione del lavoro, in Giappone, è totalmente diversa dalla nostra. Il Giappone, infatti, è uno dei Paesi in cui si dorme meno: gli orari di lavoro nipponici sono tra i più lunghi del mondo, con più di 80 ore al mese di straordinari non retribuite. Il forte senso del dovere e la profonda dedizione al lavoro ruotano attorno alla figura del “salaryman”, l’uomo d’affari che rimane fedele all’azienda senza abbandonarla mai. Anche quando ha diritto alle ferie, gran parte dei giapponesi si sente in colpa quando deve giovare di un congedo retribuito.

Proprio per questo, è possibile vedere studenti e lavoratori, sfiniti e stremati dai frenetici orari di una vita piena di impegni, che si addormentano in luoghi pubblici. In Giappone, però, dormire in pubblico è quasi un segno d’onore, la prova che si è esausti per aver lavorato tanto e che ci si merita un “premio”.

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Nella maggior parte dei paesi, dormire sul lavoro non solo è disapprovato, ma può anche indurre al licenziamento. Invece, in un paese come il Giappone, in cui l’etica del lavoro reputa il successo dell’azienda più importante del singolo individuo, fare un pisolino in ufficio è un atto comune e culturalmente accettato. Anzi, è visto come una dimostrazione di diligenza: bisogna lavorare fino allo sfinimento.

Inemuri: l’arte del sonnellino giapponese

Il Giappone è una delle nazioni più private del sonno al mondo. Uno studio suggerisce che un giapponese medio dorme solo 6 ore e 35 minuti ogni notte. Quindi la maggior parte si addormenta durante il tragitto giornaliero o al lavoro, nei parchi, nei bar, nelle librerie, nei centri commerciali e in qualsiasi altro luogo pubblico. È così diffuso e così normale, che i giapponesi hanno una parola per definire questo concetto: inemuri, che significa letteralmente “dormire mentre si è presenti”.

Ho notato per la prima volta questi atteggiamenti particolari nei confronti del sonno durante il mio primo soggiorno in Giappone alla fine degli anni ’80. A quel tempo, il Giappone era al culmine di quella che divenne nota come “Bubble Economy”, una fase di straordinario boom speculativo. La vita quotidiana era davvero frenetica. Le persone riempivano le loro agende di appuntamenti di lavoro e di svago e non avevano quasi tempo per dormire.

Brigitte Steger
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Morire per il troppo lavoro: orari che uccidono

Occasionalmente, qualcuno muore per troppo lavoro. C’è anche una parola che descrive questo fenomeno: karoshi. Il Giappone è uno dei pochi paesi in cui questa categoria, le cui principali cause mediche sono attacco cardiaco dovuto a sforzo e stress, è riportata nelle statistiche delle cause di morte.

L’etica del lavoro giapponese risale all’epoca di quello che è conosciuto come il “miracolo economico”. Questo periodo è la formidabile crescita economica che la nazione ebbe dopo la Seconda Guerra Mondiale, dall’inizio degli anni ’50. ll primo ministro Shigeru Yoshida stabilì come priorità la ricostruzione dell’economia del Paese. Aveva chiesto alle aziende più importanti di offrire ai loro dipendenti la sicurezza di un posto di lavoro per tutta la vita, chiedendo solo che i lavoratori li ripagassero con lealtà. Il patto funzionò e questo portò il Giappone ad essere la seconda economia del mondo (oggi terza, dopo la Cina).

Gli inemuri hanno delle regole da rispettare

Ci sono regole per gli inemuri. Dormire in tranquillità non è concesso a tutti e, soprattutto, anche nel sonno bisogna restare vigili e pronti ad un’eventuale necessità lavorativa.

Dipende da chi sei. Se sei nuovo in azienda e devi dimostrare quanto sei attivamente coinvolto, non puoi dormire. Ma se hai 40 o 50 anni e non è direttamente il tuo argomento principale, puoi dormire. Più in alto sei nella scala sociale, più puoi dormire.Anche se il dormiente potrebbe essere mentalmente ‘”ontano”, deve essere in grado di tornare alla situazione sociale corrente quando è richiesto un contributo attivo. Il tuo corpo deve di fingere di essere attivo in una riunione, come se ti stessi concentrando. Non puoi dormire sotto il tavolo o altro. Devi sederti come se stessi ascoltando attentamente e abbassare la testa.

Brigitte Steger

Come dormire in pubblico: le regole per un pisolino controllato

Il Giappone è relativamente sicuro. Non ci si preoccupa particolarmente di essere derubati o aggrediti mentre si dorme in spazi pubblici. Nel paese in cui le persone lasciano le valigie e gli oggetti di valore incustoditi per prenotare un posto, i giapponesi non sono assolutamente preoccupati per qualsiasi cosa accada loro o ai loro effetti personali mentre dormono.

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Ci sono delle regole essenziali da seguire per non urtare il quieto vivere comune:

  • Quando si dorme sul treno, si usa la borsa come cuscino o si inclina la testa verticalmente in modo che la testa guardi in alto o in basso. E’ assolutamente sconsigliato appoggiarsi alla spalla della persona più vicina.
  • Bisogna appoggiare la testa sul tavolo, ma non dormire sul pavimento sotto di esso. E’ più decoroso non fare un letto con più sedie. Non bisogna portare un vero cuscino o un sacco a pelo. Fondamentalmente, non si può dormire completamente: solo inemuri, niente sonnellini.
  • Non si deve russare. Bisogna mantenere un certo silenzio negli spazi pubblici. Per questo, è consigliato impostare una sveglia (silenziosa, con vibrazione), senza allarmi rumorosi.
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Più ore di lavoro: meno produttività

Le lunghe ore di lavoro non significano necessariamente un’elevata efficienza. In effetti, il Giappone ha la produttività più bassa tra i paesi del G7, secondo i dati dell’OCSE Compendium of Productivity Indicators.

Il governo giapponese e le sue aziende si stanno impegnando attivamente per ridurre l’orario di lavoro. Il governo ha preso in considerazione diverse iniziative per ridurre il numero di ore trascorse in ufficio, tra cui l’obbligo di prendere almeno cinque giorni di ferie all’anno. Nel 2016 è stata avviata una nuova festività, il Mountain Day, che ha portato a 16 il numero di giorni festivi annuali in Giappone.

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Nel 2017, il governo ha lanciato un’iniziativa chiamata Premium Fridays. È una campagna promossa dal settore imprenditoriale giapponese, che raccomanda di trascorrere una vita più ricca l’ultimo venerdì di ogni mese. Legato a un movimento per migliorare lo stile di lavoro, consiglia di terminare il lavoro alle 15:00 in quel particolare giorno. Dal momento che l’ultimo venerdì di fine mese tende ad essere quando lo stipendio è stato appena consegnato, si consiglia di trascorrere il pomeriggio facendo shopping o viaggiando.

Ma uno studio ha rilevato che nemmeno il 4% dei dipendenti in Giappone ha effettivamente lasciato presto il lavoro nel primo Premium Friday. Nonostante queste iniziative, quindi, una sfida culturale ancora incombe. Dato che la cultura giapponese enfatizza il gruppo rispetto all’individuo, nessuno vuole essere il primo a lasciare l’ufficio.