La storia di Barbie ebbe inizio nel 1945, in un garage, quando iniziò la collaborazione tra i coniugi Ruth ed Elliot Handler e Harold “Matt” Matson. Nacque così una delle aziende di giocattoli più conosciute al mondo: la Mattel (“Matt” dal soprannome di Matson e “El” da Elliot). L’azienda crebbe fino a diventare leader mondiale di giocattoli e creatrice di franchise amati dai bambini e dalle famiglie di tutto il mondo, insieme ad Hasbro.
In realtà, inizialmente Mattel produceva cornici per fotografie e, in secondo piano, si occupava di accessori per le bambole. Nonostante quest’attività fosse marginale, divenne la più redditizia, finché non diventò la principale attività dell’azienda (core business). In contemporanea a ciò, Matson vendette la propria quota al socio Handler a causa di problemi di salute. Nel 1947, Mattel produsse il suo primo giocattolo di successo, “Uke-A-Doodle“, e nel 1955 la società diventò sponsor per tutto l’anno del Micky Mouse Club. Grazie a questa opportunità, Mattel divenne la prima azienda di giocattoli a trasmettere pubblicità ai bambini.

L’inizio di una grande epoca per Mattel: la storia di Barbie
Ruth Handler, mentre guardava sua figlia Barbara giocare con una bambola di carta per ore, si accorse come le piacesse dare dei ruoli alle bambole. La co-fondatrice decise allora di proporre al marito di creare una bambola dall’aspetto adulto in 3-D per le ragazze. Inizialmente, Elliot non si mostrò entusiasta all’idea ma, in seguito a una visita in Europa, dove venne a conoscenza della bambola Bild Lilli (ispirata ad un personaggio dei fumetti di una rivista tedesca), accettò la sfida. Ci fu così, nel 1959, la nascita di Barbie, o per meglio dire Barbara Millicent Roberts, una bambola di plastica alta 29 cm.

All’inizio, Barbie fu accolta con scetticismo dall’industria. Le mamme, prima del rilascio della bambola, criticarono il prodotto a causa della troppa “perfezione”. Ma Ruth non si perse d’animo. La Mattel aggirò questo problema pubblicizzando il prodotto direttamente tramite la televisione, in modo tale che Barbie potesse raggiungere direttamente i bambini. La bambola esordì con un costume da bagno zebrato, la pelle chiara e i capelli neri legati in una lunga coda. Successivamente però apparve sempre bionda.

Handler vide Barbie come un’imitazione del glamour delle star degli anni ’50 come Elizabeth Taylor e Marilyn Monroe. Nel suo primo anno, il prezzo della bambola fu pari a $ 3,00 e ne vennero vendute 300.000. Oggi, una di quelle Barbie in perfette condizioni, vale $25.000.
L’arrivo di nuovi personaggi
Con la nascita di Barbie ci fu un innumerevole richiesta di bambole. Fu allora che Mattel decise di lanciare un nuovo “accessorio” per Barbie, il suo fidanzato, Ken Carson. Per contrastare le critiche sul fatto che Barbie fosse solo una sex symbol, nel 1963 venne presentata la sua migliore amica, Midge Hadley, e nel 1964 la sua sorellina, Skipper.
Nel 1968 vennero rilasciate bambole “amiche” di colore, ma solo nel 1980 Barbie fu rilasciata in versione afroamericana insieme a una Barbie latina. Da allora furono create 40 diverse bambole internazionali. La famiglia Barbie continuò ad allargarsi fino ad aggiungere personaggi di fama mondiale come Cher, Audrey Hepburn, Diana Ross, JK Rowling e tante altre.
Quando Barbie venne criticata per il suo fisico
Dagli anni ’70, Barbie venne criticata per il materialismo (automobili, case, vestiti) e per le proporzioni del corpo non realistiche. Infatti, i ricercatori in Finlandia annunciarono che se Barbie fosse stata una vera donna non avrebbe avuto abbastanza grasso corporeo per le mestruazioni. In compenso però, Barbie si dimostrò un punto di riferimento per le bambine di tutto il mondo. Infatti, a differenza delle altre bambole, questa era dotata di accessori per la carriera, divenendo un modello di autosufficienza finanziaria. Infatti, in tutta la sua storia, Barbie ha avuto più di 200 carriere.
Oggi Barbie è diventata il simbolo del capitalismo dei consumi ed è un marchio globale ai livelli di Coca-Cola, con mercati in Europa, America Latina e Asia. Non venne mai prodotta negli USA per evitare costi di manodopera più elevati e nel 2003 fu interrotta la vendita in Arabia Saudita in quanto violava il codice di abbigliamento islamico. Nel 2009, Mattel aprì un negozio di Barbie a Shanghai, con sei piani comprendenti una spa, uno studio design e una caffetteria, oltre ovviamente un’ampia gamma di prodotti legati a Barbie.