Clyde William Tombaugh, figlio di un contadino, nacque vicino a Streator, Illinois, il 4 febbraio 1906. La sua famiglia si trasferì in una fattoria a Burdett, Kansas, nel 1922.
La speranza del giovane Clyde di frequentare il college fu momentaneamente demolita quando una tempesta di grandine rovinò i raccolti della sua famiglia.

Gli anni dei primi telescopi
Da ragazzo sviluppò un interesse per l’osservazione delle stelle, incoraggiato sia da suo padre che da suo zio, entrambi appassionati di astronomia. A partire dal 1926, costruì da solo diversi telescopi con lenti e specchi. Per testarli meglio, Tombaugh, con solo un piccone e una pala, ha scavato una fossa lunga 7 metri, profonda 2,5 metri e larga 2,1 metri. Questa forniva una temperatura costante dell’aria, più isolata dal vento, ed era anche usata dalla famiglia come scantinato e rifugio di emergenza.

Con il suo telescopio osservò i cieli e disegnò immagini di Giove e Marte. Nel periodo in cui gli astronomi dell’Osservatorio Lowell, a Flagstaff (Arizona), erano alla ricerca di un Pianeta X più lontano di Nettuno, Tombaugh inviò i suoi schizzi planetari al direttore dell’osservatorio, Vesto Melvin Slipher. Sulla base della qualità dei disegni e dell’impressione che la sua lettera aveva prodotto, gli fu offerto un posto di lavoro per aiutare con la ricerca del suddetto pianeta, iniziata da Percival Lowell, fondatore dell’omonimo luogo di ricerca.

Il lavoro all’Osservatorio Lowell
Clayde Tombaugh fu accolto alla stazione di Flagstaff e condotto poi all’osservatorio di Mars Hill per stabilirsi in un alloggio nell’edificio amministrativo e iniziare il suo nuovo lavoro con uno stipendio di $125 al mese. Il suo lavoro era quello di sedersi a un “microscopio lampeggiante”, fotografare un pezzetto di cielo notturno alla volta ed esaminare le migliaia di lastre fotografiche. Lo strumento sovrapponeva due immagini prese della stessa porzione di cielo in modo che potessero essere ruotate avanti e indietro per vedere quali oggetti erano fissi, come le stelle, e quali oggetti si muovevano, come comete o pianeti.

La scoperta di Plutone
Tombaugh dovette esaminare attentamente e confrontare le foto nel tentativo di rilevare un punto di luce in movimento non identificato che potesse essere un pianeta. Fotografò il 65% del cielo e trascorse migliaia di ore esaminando le fotografie del cielo notturno. Dopo dieci mesi di duro lavoro, il 18 febbraio 1930 Clyde Tombaugh scoprì il Pianeta X. Con l’invenzione del più potente telescopio fotografico di quel tempo (1929) e un po’ di fortuna da parte di un “ragazzo di campagna”, il “pianeta Lowell” fu finalmente trovato 14 anni dopo la morte di Lowell.

L’ordine del giorno successivo era di dargli un nome.
“Un suggerimento era di dare al nuovo pianeta il nome del suo profeta, il dottor Lowell. Ma gli astronomi credono, per esperienza passata, che solo i nomi delle divinità mitologiche, come quelli che portano gli altri pianeti, rimarranno. Alcuni suggerimenti finora registrati sono Atlas, Prometheus e Plutone.”
Popular Science
Per molti anni Plutone fu considerato il nono pianeta del nostro sistema solare. Tuttavia, man mano che gli astronomi impararono di più sui pianeti e anche su un nuovo gruppo di oggetti noti come oggetti della Fascia di Kuiper, divenne chiaro che Plutone era più simile agli oggetti in quella cintura rispetto agli altri otto pianeti. Nell’agosto 2006, l’Unione Astronomica Internazionale ha riclassificato Plutone come pianeta nano. La luminosità del pianeta è così debole che equivale a cercare di vedere la luce di una candela a una distanza di 690 km circa. Con miliardi di stelle nel cielo che sono più luminose del piccolo pianeta nano, è facile capire perché fosse così difficile da individuare.
Dopo la sua scoperta di Plutone, Tombaugh ha conseguito una laurea e un master in astronomia presso l’ Università del Kansas nel 1936 e 1938. Sebbene sia più famoso per la scoperta del corpo più controverso del sistema solare, Tombaugh ha anche trovato una cometa, centinaia di asteroidi e diversi ammassi di stelle galattiche nel corso della sua carriera.
“Improvvisamente mi balzò agli occhi un oggetto di quindicesima magnitudine. – Eccolo – mi dissi. Un’emozione incredibile mi travolse: questa sarebbe stata una scoperta storica.”
Clyde Tombaugh