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Api antimine: nuova arma in guerra

L’olfatto, nel mondo animale, ha un’influenza fondamentale, utile per la ricerca del cibo, per l’accoppiamento e per la sopravvivenza stessa. In alcuni esseri viventi questo senso può anche essere addestrato, e questo è il caso delle api. Infatti, alcuni ricercatori hanno dimostrato che, se opportunamente addestrate ad apprezzare alcuni odori all’interno dell’alveare, una volte uscite saranno portate a ricercare lo stesso odore, aumentando così l’impollinazione di quel determinato fiore.

Oltre ad essere protagoniste di una nuova cura contro il cancro al seno, esse sono state oggetto di una sperimentazione in campo militare, dimostrandosi essere ottimi riconoscitori di esplosivi. Le api antimine vengono addestrate a riconoscere le più comuni sostanze esplosive, soprattutto il TNT (tritolo), ma in che modo?

api
Credits: Pixabay

Api antimine in Croazia

In Croazia tale novità è già stata sperimentata. Un professore del Dipartimento di Agricoltura dell’Università di Zagabria, Nikola Kezic, nel 2007 si cimentò in una sperimentazione di api antimine. Durante le guerre dei primi anni ’90, nei territori dell’ex-Jugoslavia vennero nascoste grandi quantità di mine. Ciò comportò la morte di diverse persone, sminatori compresi. Si pensò quindi di utilizzare il raffinato olfatto delle api per evitare la perdita di ulteriori vite umane.

Le api possono percepire gli odori spazialmente, questa dote viene definita “senso topochimico”. Ciò significa che esplorano lo spazio e, una volta percepito l’odore, lo collocano in una mappa mentale che memorizzano spazialmente. Per questo motivo trovano sempre il fiore con il nettare più promettente. Kezic ha sfruttato questo amore delle api per il dolce, attirandole con dello zucchero messo su del TNT. In questo modo, le api antimine associano il tritolo al saccarosio, identificando le posizioni degli esplosivi.

Mine antiuomo - api antimine
Credits: Balcanicaucaso

Il programma sperimentale, avvenuto sotto la guida del professore Kezic, prende il nome di “Tiramisu”. Il team, che lavorò in tenda, allestì attorno ad essa dei punti di alimentazione, ma solo alcuni di essi contenevano TNT. La sperimentazione andò a buon fine, data l’affluenza di api presso le posizioni contenenti soluzione zuccherina con TNT e non quelle con differente odore. Essendo estremamente piccole e leggere, evitano l’esplosione delle mine, diversamente dagli altri animali precedentemente utilizzati (cani e ratti). Inoltre, le api prendono ciò come un vero e proprio lavoro, mentre i cani la prendono come un gioco, stancandosi presto.

La ricerca italiana

Anche in Italia si è avviata la ricerca in questo campo, chiamato “Apiboom”. L’idea, finanziata dal ministero delle Politiche agricole, venne pensata per un’applicazione nei controlli di sicurezza in ambienti chiusi. Allo stesso modo del professor Nikola Kezic, Bettina Maccagnani (del Centro agricoltura e ambiente Giorgio Nicoli di Crevalcore) utilizza una goccia di liquido zuccherino che viene presentato insieme all’odore da riconoscere. Le api antimine vengono poi allocate all’interno di un dispositivo delle dimensioni di una valigetta con sensori in grado di captare le loro reazioni agli odori. Avvenuto ciò, viene mandato un segnale all’uomo, notificandogli la presenza della sostanza ricercata.

Il CREA

Le api vennero sfruttate anche da altri Paesi per scopi diversi dall’impollinazione. Ad esempio, negli Stati Uniti, come in Italia e in Croazia, vennero sfruttate come api antimine; in Italia, in passato, vennero utilizzate dopo il disastro di Chernobyl, per eventuali contaminazioni da radiazioni; l’Inscentinel Ltd, ditta inglese specializzata nello sviluppo di tecnologie di olfatto degli insetti per la rivelazione di tracce di sostanze chimiche, brevettarono un apparecchio portatile che utilizza le api per riconoscere diverse categorie di odori. Qui, le api vengono usate anche per effettuare controlli di sicurezza sulla qualità e la contraffazione degli alimenti.

Il Crea, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, mostra i limiti legati alla sopravvivenza delle api all’interno del dispositivo britannico. Una volta inserite nel dispositivo, le api vengono mantenute bloccate e allineate all’interno dell’apparecchio. In questo modo si rende difficile la loro nutrizione e, di conseguenza, non compiono il lavoro per cui vengono sfruttate data l’assenza di stimolo. Il dispositivo ideato dal Crea lascia invece spazio alle api, tutelando in questo modo il loro benessere.

Dispositivo inglese
Credits: Research Gate

Le api antimine sono un grande passo avanti per l’umanità che garantisce un minor numero di morti causate da questi esplosivi, ma non solo. Come già affermato in precedenza infatti, si sono dimostrate di grande utilità anche in campo medico, salvando vite da alcune malattie. Insomma, il raffinato olfatto delle api potrebbe essere una grande svolta per l’uomo, grazie alla quale molte vite potrebbero essere salvate.